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Report CAE nei Municipi di Roma, primo incontro presso il Teatro Quarticciolo

PRIMO INCONTRO: IL QUARTICCIOLO
REPORT TAVOLO “AGENDA PER IL QUARTIERE”
TEATRO DEL QUARTICCIOLO – ROMA, 12 DICEMBRE 2016

Il lavoro svolto il giorno 12 Dicembre al tavolo “Agenda per il quartiere” ha messo in luce alcuni aspetti strettamente legati ai 10 punti emersi come prodotto finale del lavoro collettivo svoltosi al MACRO il 28 Aprile scorso.

PREMESSA

Prima di entrare nel dettaglio, è importante sottolineare alcuni punti preliminari che servono ad inquadrare e meglio comprendere la situazione del quartiere:

  • Sono 30 anni che il quartiere è stato abbandonato dalle formazioni politiche storiche. Uno degli effetti di questo processo è la scarsa partecipazione dei giovani alla vita “politica” e culturale del quartiere;
  • Non c’è più lavoro nel quartiere. Molte botteghe hanno chiuso e l’apertura del supermercato Esselunga ha dato il colpo finale al piccolo commercio al dettaglio. C’è il rischio che nel quartiere rimangano solo gli anziani;
  • C’è un grave problema di assenza di spazi per attività culturali e imprenditoriali. Gli affitti sono troppo cari e molti locali sono fatiscenti. A ciò si aggiunge la difficoltà di “abitare” le piazze, ovvero farne luoghi di incontro e socializzazione;
  • Il Quarticciolo dovrebbe lavorare sulla sua IDENTITÀ per costruire una diversa relazione con i suoi cittadini e con il resto della città. In questo processo le attività legate alla cultura e alla conoscenza hanno un ruolo fondamentale;
  • La maggior parte delle abitazioni e degli spazi del quartiere sono di proprietà dell’ATER, ente commissariato che ha messo in vendita un certo numero di locali. Ma con ATER, così come l’ente Regione, l’interlocuzione è difficile;
  • È in atto una trasformazione sociale del quartiere con la vendita delle case dell’Ater. Molti nuovi inquilini comprano casa perché ci sono la Biblioteca e al Teatro, ad indicare la funzione trasformativa della progettualità di questi due soggetti.
  • Un altro aspetto di cui tenere conto è la ricchezza di esperienze e progetti culturali nel quartiere, come si evince dalle Schede nella “Mappa cultura Roma”, che vanno ad aggiungersi alle infrastrutture culturali/ricreative/educative, quali:
  • La Biblioteca del Quarticciolo
  • Il Teatro del Quarticciolo
  • La Palestra Popolare appena aperta nel locale occupato dell’ ex-caldaia
  • Gli istituti scolastici comprensivi del quartiere che operano in rete e progettano insieme, con pratiche d’eccellenza di lavoro con i figli dei migranti
  • La Scuola Araba, ospitata dalla scuola media del quartiere I.C. di Via dei Sesami, nella quale comunità araba e CIES hanno costruito un progetto contro l’islamofobia.

AGENDA DEL QUARTIERE

Come si è accennato, l’agenda del quartiere presenta numerosi punti di contatto con il decalogo elaborato dal gruppo di lavoro di Culture Action Europe insieme agli operatori culturali romani in seguito all’incontro del 28 Aprile scorso al MACRO.

Di seguito sono stati messi in relazione i punti del decalogo con le istanze emerse dall’agenda del quartiere, indicate in corsivo:

Rinnovare la visione delle politiche pubbliche in ambito culturale (principi di base). In particolare:

  • Tenere connessi 4 temi chiave per il benessere e la qualità della vita delle città: l’ambiente, la mobilità pubblica, la trasparenza e la legalità. La cultura e i suoi processi possono essere facilitatori di una nuova concezione di città e della sua vivibilità, senza dimenticare la dimensione che riguarda inclusione e coesione sociale: al Quarticciolo è emersa la necessità di migliorare il collegamento fisico tra le tre biblioteche del Quarticciolo e quella di Tor Tre Teste.
  • Favorire l’accesso e la partecipazione di tutti i cittadini alla cultura: è emersa la necessità di ripristinare l’Informagiovani che prima era nella biblioteca ed era punto di riferimento e orientamento per i ragazzi (è rimasto attivo solo quello al Macro-Testaccio).
  • Rafforzare e dare potere agli agenti territoriali come le scuole, le biblioteche, le organizzazioni sociali e le comunità attive che possono diventare attori di disseminazione di conoscenza e competenze (es. biblioteche di condominio), promuovere progetti di cura del bene comune e cambiamento nei territori attraverso una co-progettazione virtuosa. Ad esempio, la rete degli istituti comprensivi (medie ed elementari) del quartiere lavora molto e propone di organizzare attività con le organizzazioni culturali presenti su territorio: un’arena estiva (ad esempio per valorizzare il Parco Mari Teresa di Calcutta, oggi degradato), una giornata della Cultura dove i ragazzi vanno negli spazi pubblici del quartiere a raccontare storie, suonare, etc. Queste attività potrebbero essere finanziate direttamente dai Municipi con i quali il Comune stipula Accordi Quadro di Programma per utilizzare risorse comunali dedicate in sinergia con eventuali progetti finanziati da MIUR sui bandi propri.
  • Garantire infrastrutture e servizi comuni che possano creare un contesto favorevole alla nascita di iniziative di collaborazione con l’industria culturale e creativa, sostenerne lo sviluppo e facilitare l’intervento dei privati nella cura e promozione del bene comune. Per il quartiere è stata fatta la proposta di creare uno spazio web dove comunicare tutte le iniziative del quartiere, fornire contatti, segnalare opportunità (bandi regione, comune, UE), promuovere reti e partnership. Questo servizio potrebbe essere finanziato in parte dal Municipio, in parte da soggetti privati presenti sul territorio.

Rafforzare l’unitarietà di visione e di metodo relativamente alla gestione del patrimonio materiale e immateriale della città attraverso …

  • Rafforzamento delle linee guida, della visione culturale e delle strategie, che l’amministrazione deve annunciare e rendere trasparente
  • Rafforzamento e chiarezza sul metodo
  • Semplificazione delle procedure
  • Coinvolgimento delle strutture amministrative per condividere il cambiamento

… ma, al contempo, affidare ad intermediari di qualità il dialogo diretto con il territorio, la rilevazione e l’interpretazione dei bisogni per:

  • Rilanciare la centralità dei Municipi con innovativi strumenti che rafforzano il loro ruolo di agente territoriale intermedio; adibire alcuni spazi nel Municipio per l’incontro di cittadini e organizzazioni, fiere delle “buone pratiche” culturali, scambio di esperienze. I Municipi potrebbero anche dare rilevanza mediatica (attraverso i social network, le televisioni e radio locali, ecc.) alle buone pratiche dei territori. Il quartiere lamenta una debolezza cronica dell’istituzione “municipio”. Inoltre, è emersa la necessità che il Municipio V ponga maggiore attenzione agli altri quartieri del territorio e non solo al Pigneto. 
  • Far diventare le scuole luoghi di costruzione di consapevolezza e produzione: sono al centro dei Municipi e luogo di formazione delle comunità. È necessario definire con esse pratiche che le rendano al servizio della comunità e delle espressioni più interessanti dell’auto-organizzazione dei giovani cittadini. Per esempio, si potrebbe puntare sull’alternanza scuola-lavoro per attività con le scuole; sull’attivazione di progetti che costruiscano alleanze tra ambito sportivo e ambito culturale.
    Far acquisire agli altri luoghi di cultura una funzione ancora più strategica di antenne/presidi culturali territoriali, che obbligatoriamente devono coprire tutta la città (come le biblioteche o i teatri di cintura di cui però va ripensato il modello)
  • Valorizzare spazi e luoghi della città in degrado o non utilizzati affidandoli, sulla base di un chiaro progetto pubblico, ad organizzazioni del terzo settore e a gruppi di cittadinanza attiva. Per esempio, sarebbe importante rendere più semplice e meno oneroso l’utilizzo, anche temporaneo, degli spazi pubblici (es. le piazze) e prevedere la possibilità di partecipare alle feste dei quartieri con attività e azioni artistiche.

Conoscere meglio il patrimonio da amministrare e promuovere: in particolare, realizzare una mappatura completa degli spazi e delle infrastrutture pubbliche e private che ospitano progettualità culturale. E’ emersa la necessità di affrontare di petto il “disordine” amministrativo che caratterizza municipio e comune per quanto riguarda gli spazi (mancano le mappe catastali, le destinazioni d’uso, etc.), anche quelli assegnati.

Attuare un programma di interventi a sostegno della crescita dell’impresa culturale e creativa e alla formazione di reti collaborative tra imprese per promuovere relazioni stabili, nell’ambito della filiera culturale, tra università, mondo della ricerca, organizzazioni di terzo settore, istituzioni e imprese culturali, affinché le nuove competenze – ad oggi invisibili ma necessarie al settore della cultura nell’era del digitale e della sharing economy – possano emergere e trovare sbocchi occupazionali adeguati. In particolare, l’Agenda del quartiere pone l’accento sull’importanza di sviluppare iniziative che possano dare la possibilità ai giovani di promuovere piccole e medie imprese, artigiane, creative, artistiche, che trovino casa nel quartiere;
di attivare progetti che sviluppano soggetti associativi come palestra di partecipazione e di “imprenditività”. Potrebbe essere utile attivare uno sportello di orientamento per chi vuole aprire un’associazione, un’attività economica, una piccola impresa, in collaborazione con il Forum del Terzo Settore e con le associazioni territoriali, in sinergia con il Municipio. Lo sportello potrebbe organizzare incontri formativi ed invitare buone pratiche ed essere sostenuto anche da fondi regionali per l’impiego.

Aprire il piano strategico e la governance dei processi culturali ai cittadini, alle comunità e alle organizzazioni del territorio attraverso la costruzione di momenti di progettazione con le comunità: passare dalle “consultazioni” a processi di co-progettazione, dichiarando a monte intenzioni e obiettivi. Un possibile processo di progettazione partecipata include le seguenti tappe: 1. Definizione di politiche pubbliche, bandi, regolamenti, modelli replicabili, ecc.; 2. Piattaforme abilitative, forum, host, ecc.; 3. Definizione di criteri di valutazione, indicatori di risultato ecc.; 4. Piattaforme abilitative per comunicare esiti e decisioni. In particolare, si dovrebbero connettere tutte le esperienze culturali migliori del quartiere (anche le scuole, il centro anziani, etc.) e produrre strumenti (es. APP, feste, incontri tematici, etc.) che possono metterle in comunicazione con i più giovani e con tutti i cittadini in generale. La richiesta che proviene dal quartiere è anche quella di attivare un rapporto stretto con ATER e Regione Lazio per la questione spazi e per la qualità del verde e di porre in essere strumenti di relazione stabile con l’amministrazione municipale e comunale in una forma che eviti la strumentalizzazione per altri fini (l’esperienza, ormai chiusa, della Consulta della Cultura del Municipio ha consentito un dialogo costante delle organizzazioni culturali territoriali e con il Municipio).